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CHIESA DEI SANTI SEBASTIANO
E ROCCO
L’edificio sorge nel centro di borgo Fabbria ed
è dedicato ai santi Sebastiano e Rocco, protettori contro la peste. Risale al
XVI secolo anche se nel corso dell’Ottocento fu interessato da numerosi
interventi, come quello della facciata il cui frontone è realizzato con un
motivo a gradoni. Al suo interno è conservata la pala raffigurante la Madonna
con il Bambino e i santi Sebastiano, Rocco, Biagio (?), Apollonia, Margherita
(?) e Caterina d’Aiessandria, realizzata nel 1571 da Giuseppe
Moretto, genero di Pomponio Amalteo.
MULINO DI PRODOLONE
Il mulino sulla roggia Mussa, che cingeva il
castello di Prodolone, faceva parte dell’antico complesso feudale. Qui i
coloni, fittavoli e servi portavano a macinare le granaglie. L’ultimo mugnaio,
Alessandro Brunetta, cessò la sua attività nel 1972. Il mulino ad acqua nella
sua struttura settecentesca e l’attigua casa del'400 rappresentano due esempi
dell’assetto urbanistico di Prodolone. Fino al 1927 il mulino era dotato di una
macina ad acqua, successivamente sostituita con un cilindro meccanico a forza
elettrica e ad acqua. Nel 1935 venne anche attrezzato con due mole, una per il
frumento e l’altra per la crusca. Annesso al mulino c’era anche la peschiera di
cui possedeva la licenza.
PARROCCHIALE DI SAN MARTINO
VESCOVO
La parrocchiale di San Martino vescovo è
documentata a partire dal 1302, ma è giunta fino a noi nella sua forma
quattrocentesca, modificata come il campanile durante i secoli XIX e XX. Al suo
interno nella navata si possono ammirare alcune pale d’altare: la Visitazione
di Gaspare Dizioni (1743) e il San Martino di Tours
(1854) di Antonio Zuccaro. L’abside è invece decorata con scene raffiguranti la
Vita
di Cristo, gli Evangelisti e i Dottori
della Chiesa riferibili alla scuola di Andrea Bellunello e Pietro
da San Vito.
CHIESA DI SANTA MARIA DELLE
GRAZIE
L’edificio, con campanile a doppia vela, fu
eretto nella seconda metà del XV secolo come ex voto alla Madonna per aver
protetto la gente del luogo dal contagio della peste. Il coro è arricchito di
un bellissimo ciclo di affreschi con scene della Vita
di Maria, realizzato a partire dal 1538 da Pomponio Amalteo. Sul
presbiterio è anche conservato un altare ligneo di Giovanni Martini, realizzato
prima del 1533 (e non nel 1515 come per molto tempo si era ipotizzato), che si
distingue per l’eccellenza dell’intaglio e per la doratura. Sviluppato su due
piani e chiuso in alto da un’imponente cimasa l’ancona presenta nell’ordine
inferiore da sinistra un santo vescovo, santa Caterina, la Madonna in trono col
Bambino, Santa Margherita, e San Vito. Nel registro superiore troviamo invece:
San Giovanni Battista, San Giacomo, il Redentore, San Pietro e San Gottardo. La
cimasa è arricchita con le statue dei santi Girolamo, Paolo, Gregorio Magno e
Antonio da Padova. Sulla parete di sinistra della navata è presente un affresco
di Andrea Bellunello raffigurante la Madonna
della Misericordia
CHIESA DI SAN VALENTINO
La
chiesetta votiva dedicata a San Valentino risale probabilmente all’anno 1250. È
collocata in un’area di interesse archeologico, dove un tempo era presente una
necropoli risalente alle prime fasi dell’età del ferro. L’oratorio in orìgine
era dedicato a San Mauro martire come viene riportato in alcuni documenti del
1430 e 1530, solo successivamente subentrò il nome di san Valentino.
Danneggiata durante la
Seconda guerra mondiale la chiesa è stata restaurata nel 1982 dagli alpini del
gruppo A.N A di San Vito al Tagliamento.
ORATORIO
DI SAN FILIPPO NERI
La
congregazione dei Filippini, proveniente da Venezia, giunse a San Vito nel
corso del XVIII secolo. L’oratorio, risalente a prima del 1761, anno in cui è
documentato nel catastico, presenta una
facciata in bugnato di gusto neoclassico il cui ingresso è incorniciato da due
colonne sormontate da un architrave in stile dorico. Al suo interno la chiesa
conserva una statua di San Filippo Neri,
attribuita alla bottega di Giovanni Bonazza, risalente agli inizi degli anni
Trenta del Settecento.
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