Cavasso Nuovo - Itinerari e sapori fvg

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Cavasso Nuovo

Comuni itinerario

CAVASSO NUOVO

Piccolo comune di 1.563 abitanti che si trova nella fascia pedemontana  a mt. 275 s.l.m.  è raggiungibile da Maniago e da Spilimbergo attraverso la strada pedemontana.
Il suo nome deriva dal latino e significa cava di pietra,  la denominazione Nuovo fu aggiunta con Regio Decreto del  1866 n. 3893 a seguito dell’annessione da parte del Friuli e del Veneto all’Italia. L’ambiente è caratterizzato da alture verdissime e dalla pianura. Sotto l’aspetto geologico le colline di Cavasso e della vicina Fanna rappresentano l’ultimo corrugamento del complesso sistema tettonico delle Prealpi Carniche.

Cavasso nuovo Panorama
Storia

La storia di Cavasso è legata al casato dei conti Polcenigo, avvocati della Chiesa di Belluno, ai quali nel 963, l’Imperatore Ottone concede il Castello di Polcenigo.  La famiglia si divide nel 1222 in due rami, a Varnerio di Polcenigo toccò il villaggio di Fanna con il Castello Mizza, che comprendeva due comunità: Fanna di Sopra denominata anche Cavasso e Fanna di Sotto. Numerosi furono i contrasti tra Fanna di Sopra e Fanna di Sotto forse dovuti al fatto che a Fanna di Sopra (Cavasso) primeggiava l’attuale Chiesa di S. Remigio, ove risiedeva il Pievano, che aveva giurisdizione assoluta anche su Fanna di Sotto.
Dal 1582 al 1604 i contrasti si accentuarono e le due comunità si smembrarono in due comunità religiose. In quegli anni Cavasso Nuovo  diventò amministrazione indipendente. Il Pievano risiedeva a Cavasso ed era titolare della Pieve di S. Remigio, in accordo con i conti Polcenigo che dominarono la giurisdizione di Fanna per quasi settecento anni, aveva anche poteri civili. Durante un’incursione dei turchi, nel 1607, un discendente dei Polcenigo, Gio Batta, venne fatto prigioniero e liberato su versamento di 7.000 ducati. L’ingente somma pagata intaccò profondamente le ricchezze della famiglia e ne segnò il declino che si manifestò palesemente nell ‘800, quando il palazzo residenza dei conti “Il Palazat” venne destinato ad altre attività.
L’emigrazione ha toccato in maniera forte anche questo paese, numerosi sono stati gli abitanti che hanno lasciato Cavasso Nuovo andando in giro per il mondo come operai e imprenditori nel settore edile, nella realizzazione di terrazzi e mosaici.


Cultura- Scuola di disegno

Si vuole citare la Scuola di disegno  fu fondata nel  1920 su proposta del “Club sportivo cavassese” e nel 1923 si tenne l’esposizione dei lavori eseguiti dai giovani studenti. Nel luglio del 1923 un ispettore dell’Ufficio Provinciale per l’istruzione ebbe parole di encomio per i dirigenti dell’ottima istituzione. Negli anni successivi i corsi si tenevano regolarmente ogni sera. Il buon nome della Scuola di Disegno è indissolubilmente legato al Maestro e Direttore Ernesto Calligaro, cavassino di nascita, la sua passione per la conoscenza lo portò con tenacia e sacrificio, senza mezzi finanziari a conseguire la Licenza Tecnica Statale. Il suo motto era “Elevare la cultura e sviluppare le attitudini dei giovani operai mediante l’insegnamento del disegno professionale e la tecnologia concernente le varie arti maggiormente esercitate nel territorio”. Per oltre 30 anni rimase nella scuola di disegno che, secondo la sua testimonianza è stata al centro dei suoi interessi ed impegni per la maggior parte della sua vita. I giovani rimanevano in aula oltre l’orario di lezione e raggiungevano la scuola con qualsiasi tempo atmosferico.  L’importanza che assunse la scuola è testimoniata dalle numerose offerte che riceveva dagli emigranti, soprattutto dagli Stati Uniti, consapevoli della necessità di una buona istruzione professionale per i giovani. L’attività della scuola e l’ottima qualità dell’insegnamento  formò  giovani che poterono svolgere un’attività lavorativa con onore  portando buon nome all’estero.


testi : - Cavasso Nuovo Cjavas   Storia Comunità Territorio
- Testo- Quando imparavamo il disegno – L.A. Canterin/G. Calligaro
Cavasso Nuovo






Da vedere:

Il Palazat:  situato con austera imponenza in Piazza Plebiscito era denominato Palazzo Polcenigo-Fanna. Fu costruito nel XVI secolo e nonostante l’aspetto non è mai stato una fortezza. Pareti affrescate e stucchi fanno da cornice a mostre ed attività museali.
Il Palazat è sede comunale e tutto il secondo piano è sede museale “Lavoro ed Emigrazione”, raccoglie oggetti, immagini e libri dedicati all’argomento.
E’ sede anche del museo provinciale della vita contadina “Diogene Penzi”.
Cavasso il palazat




Palazzo Ardit:  contiguo Al Palazat è stato anch’esso costruito dai Polcenigo-Fanna nel XV secolo. L’accesso a questo edificio è possibile attraverso una torretta dotata di un grande portale, un tempo sormontato da un orologio collegato a una campana che batteva le ore.  Al suo interno una pregevole cappella gentilizia e pareti affrescate e cosparse di stucchi, distribuiti in 40 stanze. E’inagibile a causa del terremoto del 1976.



Chiesa parrocchiale di S. Remigio: l’attuale assetto è stato definito nel XVIII secolo, è situato su un piccolo colle che sovrasta Piazza V.Emanuele II, custodisce alcuni tesori artistici, a partire dall’affresco del 1783, sul soffitto della navata, nel quale Andrea Urbani raffigura l’Assunta in Cielo. Un dipinto su tela, raffigurante il battesimo di Re Clodoveo da parte di S. Remigio è collocato dietro l’altare maggiore. Un terzo dipinto è la Pala dell’Emigrante del pittore udinese Max Piccini del XX secolo. Alla sinistra il sarcofago del guerriero Marzio Polcenigo fatto costruire dal fratello Ossalico nel 1650.



Cavasso chiesa san remigio
Castello di Mizza: eretto nel Medioevo  sulle rovine di una torre di guardia, già dimora dei signori di Polcenigo-Fanna fino oltre la metà del XVI secolo. Posto in un luogo strategico, dominava la Val Tramontina e l’imbocco della Val Meduna. Castello già segnalato nelle mappe del Seicento oggi ne restano pochi ruderi.

Il percorso delle fontane: Il territorio di Cavasso Nuovo è ricco di acqua sia per la presenza del torrente Meduna sia per l’esistenza di molti punti d’acqua come sorgenti, fontane, abbeveratoi e lavatoi. Purtroppo nel tempo e complice anche il terremoto del 1976 alcuni di questi punti sono stati perduti. I rimanenti sono stati riscoperti e valorizzati con interventi di recupero e restano  così preziose testimonianze storiche, culturali tradizionali e aneddotiche sui riferimenti della vita sociale ed economica di un tempo. Le fontane e le rogge costituivano dei significativi punti di incontro e socializzazione. L’emigrante poeta Osvaldo Francescon (1900-1967) ricordava come alle rogge si recassero le donne per fare il bucato, che andavano ad asciugare sulle ghiaie, e tanti ragazzini per giocare e fare il bagno.
I diversi luoghi dell’acqua costituiscono un itinerario ameno e piacevole che lambisce le varie località, con i punti panoramici e caratteristici più significativi del paese.

Si riportano i punti recuperati:

- Lavatoio  “Fontanon” , Fonte “Fontanuta” e fontana lavatoio – in via V. Veneto;

- Fonte solforosa “Recoaro”: sentiero che parte dal parcheggio della Piazza V. Emanuele II

- Sorgente “Borgo Petrucco”, vicino la Chiesetta S. Pietro in Modoleit

- Fontana “Borgo Runcis”

- Fontana “Borgo Grilli”, sita nel bosco, da Borgo Comatars a Borgo Grilli

- Abbeveratoio “Li Fontani”- Borgo Mas – dalla Borgata Vescovi, verso valle in prossimità della prima curva dopo il borgo Mas

- Fontana “Li Casolis” – borghi Tonis/Mas

- Sorgente “Pichias” sul sentiero che dalla borgata Maraldi consuce verso la sponda destra del torrente Meduna

- Lavatoio “Belugna” – Loc.Meduna (Borgo Grava)

- Lavatoio “Lavadour de la Miduna” – Loc. Meduna

- Lavatoio “ Stan Gian” – nelle vicinanze del canale Maraldi e linea ferroviaria Sacile - Gemona


Chiesetta S. Pietro in Modoleit: E’ collocata nella borgata Petrucco, fu edificata nell’ XI secolo, è stata interamente restaurata dopo il terremoto del 1976. Poche  sono le notizie al riguardo, tra le più antiche si annovera un legato testamentario costituito da un livello di due quarte di frumento che Sebastiano del  fu Corrado di Fanna aveva lasciato come legato alla Chiesa. La maggior parte degli abitanti di Cavasso indirizzava i propri lasciti testamentari alla Pieve di S. Remigio laddove sembra sia stata maggiore la propensione a lasciare lasciti testamentari  a S. Pietro in Modoleit da persone residenti a Fanna, facendo parte peraltro  la chiesa della cappellania di Fanna.




PercorsiCavasso Panorama 2

Le colline di Cavasso costituiscono un esteso belvedere naturale che consente di osservare i principale aspetti morfologici e paesaggistici del territorio cavassino e dei paesi vicini. Monti e pianure, acque e boschi, greti e campagne coltivate, centri abitati e case sparse , si possono in un certo senso, visitare tutti assieme con un ideale volo di uccello. Un bel percorso naturalistico di circa tre ore , da compiere in autunno o primavera, parte da Piazza Plebiscito, si sale fino alla borgata Petrucco, dove è possibile visitare la chiesetta del XII secolo, Si prosegue verso Runcis su una carrareccia esclusa al traffico veicolare, che ben presto si abbandona per salire nel bosco fino a raggiungere la cima del Monte lieto a mt. 502. Il percorso si snoda tra la vegetazione toccando le rovine di qualche vecchio ricovero e resti di tralicci di legno delle teleferiche che servivano per il trasporto del legname. A nord il panorama è dominato dal Monte Raut mt. 2025. Tra il Raut e i colli di Cavasso si interpone la boscosa dorsale di Valdestali di Frisanco che chiude a nord-ovest la doppia valle del Rio Mizza. Si prosegue sopra il borgo Runcis, si incontra il sentiero per Valdestali che scende ripido nella valletta dei Mizza.  Procedendo si incontrano i segni del passaggio di animali selvatici: solchi di cinghiali, tracce di caprioli, di volpi e di altri piccoli abitatori che nel bosco si fanno sentire con i loro tenui rumori e accompagnati dal canto di molti uccelli. Dal punto più elevato del percorso, 520 m. s.l.m. si osservano dall’alto tutte le borgate e più lontano appaiono le colline di Travesio e di Pinzano e, al dì la del Tagliamento, i colli morenici che da S. Daniele si estendono fino a Tricesimo. Sullo sfondo, oltre la pianura, si stagliano le alte cime delle Alpi Giulie, mentre a sud si fanno vedere le lucenti strisce delle lagune e del mare.  Si prosegue fino ad incontrare i ruderi del Castello di Mizza. Si prende il comodo percorso che conduce al borgo Grilli e con un rapido sentierino si scende fino a Vescovi, Mas e per chiudere l’anello si raggiunge Runcis per strada e sentiero e poi Petrucco. Quindi si ritorna in Piazza Plebiscito.
Cavasso Panorama 3

Eventi:

- aprile: raduno annuale degli alpini

- agosto: la giornata dell’emigrante

- ottobre: la sagra della zucca, nella ricorrenza del patrono S. Remigio

- durante l’anno numerose sono le mostre che si tengono Al Palazat


Prodotto del borgo: cipolla rossa di Cavasso – associazionecipollarossa@gmail.com

Piatto del borgo: le ricette alla zucca gialla d’autunno (gnocchi,ravioloni, pane,dolci), la cacciagione

cavasso Museo Emigrazione
Video di presentazione del Comune di Cavasso Nuovo
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