I Magredi e Risorgive - Itinerari e sapori fvg

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I Magredi e Risorgive

Comuni itinerario
MAGREDI E RISORGIVE

I MAGREDI

Magredi sono un'area della  provincia di Pordenone, situata nel punto dell'alta pianura dove le acque dei torrenti Cellina e Meduna sprofondano nella falda acquifera. In tale luogo vi sono grandi varietà di flora e fauna.
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Magredo” significa “terra magra”, cioè arida e povera d'acqua per la presenza dei sassi, anche se il regime delle precipitazioni rende il Friuli-Venezia Giulia la regione più piovosa d'Italia. In estate i prati aridi dei magredi appaiono brulli e bruciati dal Sole definendo un paesaggio simile ad alcune lande desolate del meridione o alle steppe continentali dell'Europa orientale.



I depositi ghiaiosi del Cellina e Meduna danno origine a una serie di coni detritici che dalla base delle montagne si allargano verso la pianura. I depositi alluvionali di questi torrenti costituiscono l'ossatura principale dell'alta pianura e il substrato su cui si sviluppano i magredi del Cellina. Essi assumono i connotati di avanterra alpino e, per i loro originali contenuti naturalistici e di importanza ambientale, sono stati recentemente inseriti nell'elenco europeo dei “Siti di Importanza Comunitaria”, riconosciuti dall'Unione Europea.


I magredi del Cellina-Meduna si trovano nella parte occidentale dell'alta Pianura Friulana e si sviluppano su un”drappo” di terreni ghiaiosi che fascia i piedi dei monti fino al confine con la linea delle Risorgive.
Magredi Friulani
Magredi Friulani




AMBIENTE IN GENERALE
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Sono certamente i sassi (claps in friulano) l'elemento più caratteristico dei magredi da cui deriva l'eccezionale singolarità di questo ambiente, il suo particolare microclima e di conseguenza il paesaggio vegetale e le componenti della sua fauna. Sono i sassi che, essendo permeabili, fanno scomparire l'acqua che poi riemerge nella zona delle risorgive.




Oltre che dai sassi l'ambiente dei magredi è caratterizzato da vaste praterie composte per lo più da graminacee e piccoli arbusti come il rovo (robus), dal ranno spinello (rhamnus saxatilis) e la rosa canina.
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Questo aspetto steppico è causato, oltre che dal terreno sassoso, dalla rovinosa azione esercitata nei confronti della vegetazione e del suolo dalle periodiche alluvioni che in epoche storiche erano ancor maggiori. In aggiunta a questo si deve la causa dell'aspetto steppico anche all'azione di disboscamento e di pascolo dell'uomo.









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prati stabili magredi


Esperienza nei  Magredi:

“Di grande, di molto grande, nei magredi c’è solo lo spazio immenso del cielo che sovrasta le distese d’erba punteggiate qua e là da qualche albero solitario.
Poi lo sguardo deve necessariamente abbassarsi per cogliere la bellezza del minuscolo fiore, di un sasso, di una radice morta modellata dall’acqua e dal sole, di un cuscinetto di muschio che ha colonizzato lo spazio tra i ciottoli e la ghiaia. Il silenzio è indispensabile per percepire il sibilo del vento tra i rami di un salice o il richiamo di un’allodola o di una quaglia in mezzo a un prato o, infine di un usignolo che cerca un po’ di compagnia presso la siepe più vicina”.   
Tratto dal libro “I magredi, ieri, oggi e domani” , riguardante una completa informazione sui magredi, realizzato con impegno e passione nella raccolta di materiale dalla scuola primaria di Cavasso Nuovo coinvolgendo anche i bambini con i loro disegni e realizzato dalla Regione Friuli Venezia Giulia.




FLORA

Nei magredi ci sono tre diverse tappe evolutive di vegetazione che, in ordine dalla più vicina al greto del torrente alla più lontana, sono:
• Il Greto
• Il Magredo primitivo
• Il Magredo evoluto

Il Greto

[image:image-1]Globularia cordifolia

A partire dal margine dei greti si incontra una prima fascia dove non è riconoscibile una vera e propria vegetazione strutturata. Camminando fra le ghiaie si possono osservare le prime piante “pioniere” e le meno esigenti. Esse penetrano con le radici fra i sassi e le sabbie e, avendo elaborato una serie di adattamenti utili a conservare la poca umidità, avviano la lenta colonizzazione di ambienti tanto ostili. Alle prime fasi di questo difficile processo partecipano innanzitutto i licheni e i muschi, cui fa seguito la presenza di radi arbusti e di erbe che crescono in semplici steli e cuscinetti isolati. La presenza di muschi su suoli così permeabili non deve stupire: per la loro sopravvivenza è infatti sufficiente che venga garantita la presenza di un po' di acqua superficiale, almeno in primavera e in autunno. Tipiche piante del Greto sono:
• Muschi e licheni
• Vedovelle celesti (globularia cordifolia)
• Ginestrella sericea (genista sericea).

Il Magredo primitivo

[image:image-2]Erica carnea

In questa fascia la vegetazione appare discontinua, ma la trama delle zolle erbose e delle piante a crescita prostata tende a chiudere le maglie di una rete che diviene sempre più fitta, assumendo pian piano la fisionomia del prato arido. Le erbe e gli arbusti risparmiati dalle piene hanno potuto imbrigliare e stabilizzare le ghiaie inconsolidate, concorrendo con le proprie spoglie alla nascita di uno strato sottilissimo di suolo relativamente fertile e con presenza di humus. Tipiche piante del Magredo primitivo sono:
• Fumana procumbens
• Erica carnea
• Globularia cordifolia
• Centaurea dichroantha
• Camedrio alpino (Dryas octopetala).

Il Magredo evoluto

[image:image-3]Arrhenatherum elatius

I processi di colonizzazione portano gradualmente all'affermazione di un cotico erboso continuo e alla costituzione di un primo strato superficiale di suolo piuttosto maturo, il cui stadio terminale è rappresentato dal terreno ferrettizzato. Là dove l'uomo interviene con leggere concimazioni e sfalci periodici, la situazione ben presto può evolvere verso la formazione di prati stabili. Le praterie del Magredo evoluto riconducono alla memoria quello che un tempo doveva essere il paesaggio della Puszta ungherese. Tipiche piante del Magredo evoluto sono:
• Crysopogon gryllus (graminacea)
• Arrhenatherum elatius (pianta da foraggio)
• Cresta di gallo (Rhinanthus freynii)
• Orchide (anacamptis pyramidalis).

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La flora

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Percorso botanico segnalazione di piante

Cavolo Friulano
Cavolo Friulano

campo di papaveri nei magredi
campo di papaveri nei magredi

FAUNA

Alla base della piramide alimentare dei magredi troviamo la vegetazione costituita dalle praterie aride e dagli arbusteti. Nel secondo livello sono collocati gli erbivori come la lepre, mentre ai livelli successivi troviamo i predatori come il biacco, e all'apice ci sono i superpredatori come il nibbio bruno.

Le principali specie di predatori avicoli sono:

• Aquila reale (aquila chrysaetos) (rara da vedere)
• Poiana (buteo buteo)
• Nibbio (milvus migrans)
• Gheppio (falco tinnunculus).

I magredi consistono, poi, in una sorta di ultimo rifugio per molte specie avicole quali:

• Alaudidi (es. Allodole)
• Motacillidi (es. Calandri)
• Corriere piccolo (charadrius dubius)
• Starna (perdix perdix)
• Occhione (burhinus oedicnemus)

L'area dei magredi è un'area di passaggio sorvolata quindi da molte specie avicole in migrazione. Tra queste ci sono:

• Capriolo
• Ghiandaia marina (coracias garrulus)
• Gru (grus grus)
• Cicogna (ciconia ciconia)
• Cuculo dal ciuffo (clamator glandarius) (visto straordinariamente)
Scendendo verso le risorgive si può vedere a volte l'airone bianco (egretta alba).

Nei Magredi è presente anche un buon numero di mammiferi. Fra essi particolarmente numerosi sono alcuni piccoli roditori come le arvicole. Comune è la presenza della volpe (Vulpes vulpes), occasionale e molto interessante quella del tasso (Meles taxus) e del capriolo (capreolus capreolus). Occorre infine sottolineare che questi luoghi costituiscono il biotopo più caratteristico per la lepre (Lepus europaeus).


L'uccello simbolo dei Magredi: L'Occhione
L'uccello simbolo dei Magredi: L'Occhione

Fra gli uccelli che nei magredi nidificano a terra, i più singolari sono certamente gli occhioni. Sia le uova sia il loro piumaggio si mimetizzano perfettamente fra l'erba. Nel tempo si sono adattati alla presenza dei carri armati e la loro presenza risultava stabile fino a pochi anni fa. Ora la presenza si è ridotta per diversi motivi tra i quali il passaggio delle greggi durante il periodo riproduttivo. Il risultato di tutto ciò è che, nelle ultime stagioni, gli occhioni sono stati spesso costretti a ripararsi fra i seminativi delle aree limitrofe.



Albanella Minore
Albanella Minore



Dittero

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farfalla macaone

VIVARO - il paese nei magredi

Paese della provincia di Pordenone che può essere il simbolo della zona è Vivaro. E’ collocato tra i letti dei fiumi Cellina e Meduna e la parte più a sud del paese è all’incrocio tra i due torrenti.

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I Magredi di Vivaro costituiscono un ambiente unico dal punto di vista naturalistico, per la vastità dei prati di tipo steppico e di zone di magredo primitivo che conservano ancora numerose specie autoctone di flora e fauna. Al loro interno si creano diversi tipi di habitat, che insieme alla variabilità degli stessi nel corso delle stagioni o delle condizioni climatiche determinano una vasta gamma di paesaggi.


Tutto il territorio è tutelato da dirtettive CEE che lo dichiarano SIC (Sito di Importanza Comunitaria) e ZPS (Zona di Protezione Speciale) per alcune specie di uccelli quali il calandro e l’occhione. Nel 2009 è stato inaugurato l’Osservatorio dei Magredi, una struttura a misura di bambino, ma non solo, dedicata allo studio e interpretazione di questi luoghi.




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Vivaro

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Vivaro-torre di guardia militare

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Vivaro-lavatoio di una volta











MULIN DE LA MIUTA

Il mulino sulla Roggia di Vivaro costruito circa 700 anni fa dai Conti Attimis di Maniago, è oggi conosciuto come "Il Mulin de la Miuta", in memoria dell’ultima mugnaia. La roggia di Vivaro, derivata dal Torrente Cellina, in sponda sinistra ad un chilometro a valle del ponte di Ravedis (località Fous) e a servizio del paese di Vivaro, sfociava nel Meduna, presso il punto di confluenza con il Torrente Cellina. Restaurato, mostra perfettamente conservati anche i macchinari.

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Mulin de la Miuta

- Osservatorio della Flora e della Fauna dei Magredi di Vivaro: è sulla strada Vivaro-Rauscedo a fianco del laghetto. E’ una centro visite realizzato con i materiali progettati dai bambini della scuola primaria che continuano ad incrementare di anno in anno le proposte attive. Raccoglie e racconta tutto ciò che, chi vive per i magredi, è magredo. Le diverse attività che al suo interno si possono fare avvicinano il visitatore di tutte le età all’ambiente magredile  e alle sue diverse forme di vita.
- Villa Cigolotti a Basaldella  costruita nel 1720 circa dala famiglia Cigolotti originaria della Val del Ledro nel Trentino. La famiglia si trasferì dal Trentino  nella prima metà del XVIII secolo a Montereale dove attivò un commercio di legname in collaborazione con la famiglia Correr di S. Fosca.
Nel corso del XVIII secolo solo i Cigolotti acquistarono alcuni terreni a Basaldella determinando quindi l’edificazione della Villa che maturò nel 1740. In alcuni documenti del 1740 depositati in Archivio Storico, si legge infatti, che “M.ro Carlo Lepori muratore di S. Stefano di Campestro nel Milanese ora lavorante in questa cura e impegnato nel cantiere di Basaldella”.
Tra la fine del XVIII secolo e gli inizi del XIX secolo, sulla base di un rinnovato interesse alla residenza in questo luogo ed in funzione al controllo della conduzione agricola dei terreni di proprietà, si provvede ad edificare la Barchessa per accogliere gli spazi necessari alla nuova funzione agricola, l’alloggio per il personale e gli altri servizi necessari. Ancora oggi sono leggibili i percorsi di servizio separati dalle stanze della Villa ed assunti con tale nuova definizione.
Dopo aver versato in uno stato di grave abbandono per alcuni decenni, nel 1997 la Villa è stata oggetto di un attento intervento strutturale che ha consentito il recupero di questo patrimonio storico-artistico locale.
Questo impegnativo processo è stato messo in atto dall’attuale proprietario della struttura con il contributo dell’assessorato per i beni culturali della Regione Friuli Venezia Giulia.
Il restauro si è concluso con successo nell’anno 2000, riportando agli antichi splendori gli affreschi decorativi, la pavimentazione in marmo veneziano e le caratteristiche architettoniche originali.
Oggi Villa Cigolotti, interamente restaurata, è adibita ad attività di ricezione turistico-alberghiera e ristorazione. http://www.villacigolotti.it

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- Latteria di Tesis   La storica Latteria di Tesis ospita in modo permanente la "Mostra della lavorazione del latte dei magredi", che documenta l’attività degli ex caseifici di Basaldella, Tesis e Vivaro
- Antiquarium  a Tesis: ospitato nella latteria di Tesis, raccoglie reperti di epoca romana, in particolare in ferro rinvenuti nella pianura  e nella pedemontana pordenonese. dal Gruppo Archeologico Cellina Meduna "Co. G. di Ragogna" in trent'anni di attività sotto le direttive della Soprintendenza Archeologica del Friuli Venezia Giulia. L'Antiquarium è aperto su prenotazione contattando il seguente recapito:
Dott. Massimiliano Francescutto (conservatore dell'Antiquarium), cel. 345 50 05 149

Siti visitabili su prenotazione.

Prodotti del borgo: gli asparagi di Lupo Alberto, il succo di mele e le marmellate di Gelindo dei magredi

Piatto del borgo: le grigliate e il frico di Lupo Alberto, il brodo di Gelindo e gli affettati.

Per info:
- Comune di Vivaro tel. 0427/97015  e-mail: protocollo@comune.vivaro.pn.it www.comune.vivaro.pn.it
- Pro-loco Vivaro, e-mail pro.loco.vivaro@gmail.com
- Scuola primaria S. Domenico Savio, tel. 0427/97103 e-mail primaria.vivaro@icmaniago.it

paesaggio sterpico dei Magredi
paesaggio sterpico dei Magredi


LE RISORGIVE DEL VENCHIARUZZO

Si trovano in comune di Cordenons, ad est tra i 25 ed i 55 mt sul livello del mare (km da Pordenone) e traggono il loro nome dal fiume Noncello che qui nasce. In questa zona riaffiorano le acque dei torrenti Cellina e Meduna che erano scomparse nella zona dell'alta pianura dei Magredi. Nelle risorgive l’acqua che era scomparsa risale in delle “polle”, che sono pozze simili a piccoli stagni. Questo fenomeno è causato  dall’impermeabilità del suolo costituito da argilla, che frena la discesa dell’acqua, costringendola a risalire. Queste polle danno successivamente vita a numerosi rigagnoli e piccoli canali che si raccolgono a formare il fiume Noncello, che attraversa a sud il comune di Cordenons per giungere in quello di Pordenone, dove di lì a poco confluirà nel fiume Meduna. L’area delle risorgive è per buona parte coperta da pioppi ma sono presenti anche ontani, acacie ed altri alberi di medio fusto. Sempre vicino alle polle, nel “sottobosco”, si riconoscono le varietà di “erbe” tipiche delle zone acquitrinose, ma via via che ci si allontana da esse, l’ambiente diventa sempre più simile al Magredo evoluto, ricco cioè di vasti prati di Graminacee e di erbe da foraggio.


risorgive del venchiaruzzo
risorgive

FAUNA

Merli, passeri, poiana, picchio  e usignolo sono presenti in questa area. Cospicua è poi la presenza di lepri, accompagnate da alcune volpi, e di altri piccoli mammiferi. Simbolo del legame fra Magredi e Risorgive, è poi la presenza in entrambi della rara Albanella minore (Circus pygargus), uccello per il quale il WWF lanciò una campagna di salvaguardia nazionale a causa della diminuzione degli habitat adatti a lui. Essa nidifica al confine tra le due zone e caccia nei Magredi.

LepreLepre


GruccioneGruccione

[image:image-4]rana esculenta risorgive


FLORA

Accanto a pioppi,ontani e acacie, troviamo frassini, sambuco, crescione, ninfee, iris.

orchidea_anacamptis pyramidalis
orchidea_anacamptis pyramidalis

Manifestazioni:
 Magraid- ogni anno nel mese di giugno. Manifestazione organizzata dalla ASD Triathlon Team® e denominata “Magraid- correndo nella steppa” , corsa di 100 Km nella steppa. Ogni anno numerosi partecipanti giungono da tutta Italia e dall’estero per correre in questo incredibile territorio. www.magraid.it


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