Spilimbergo - Itinerari e sapori fvg

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Spilimbergo

Comuni itinerario
SPILIMBERGO

Da Valvasone ci spostiamo verso Spilimbergo. Scopriamo l’alta pianura friulana. E’ costituita da materiale in prevalenza ghiaioso-sabbioso molto permeabile tanto che le acque, provenienti dai rilievi montuosi e dall’Anfiteatro morenico affondano rapidamente raggiungendo i 60-80 mt di profondità dal piano campagna. Un tempo la coltura nell’alta pianura era molto localizzata nei pressi della zona urbana, mentre ora con le irrigazioni si è molto estesa.
Spilimbergo è posta all’imbocco della Val Tramontina e delle Prealpi del Meduna, dell’Arzino e del Cosa. Più in là Sequals, patria del grande Carnera, Cavasso, Meduno, Navarons.
Nel 2013 la cittadina è stata premiata come "Gioiello d'Italia”.

STORIA

Il suo nome è una derivazione italianizzata di Spilimberch, dal nome della famiglia di origine bavarese Spengeberg, che si insediò nell’XI secolo infeudata dagli Orroni e per lo più legata o imparentata con i patriarchi di Aquileia.
I Conti di Spilimbergo riattivarono l’antico castello del secolo VIII, che si era prestato alle difese dei Longobardi e dei Franchi per opporsi alle invasioni degli Ungari (899-952) che fecero terra bruciata lungo la vasta fascia friulana indicata  ancora come strada “ongaresca”. Con l’affermarsi della casata il borgo attorno al Castello conosce momenti felici e diviene centro di attività commerciali, artigianali, artistiche e di vita culturale specie durante il Rinascimento con la famosa “accademia Spilimbergensis”.

PIAZZA DUOMO

L’anima di Spilimbergo è sempre stato il commercio; il cuore pulsante era la piazza Duomo, centro delle attività amministrative ed economiche. Qui tenevano banco i mercanti che arrivavano dalle città vicine risalendo il guado del Tagliamento (da vedere la Chiesetta dell’Ancona, un tempo meta di pellegrinaggi). In questa bella piazza si svolgevano le trattative, si eseguivano i controlli sulle merci e si pagavano le gabelle. Restano a testimoniarlo il duecentesco Palazzo del Daziario, sede dei magistrati, e il palazzo della Loggia (XIV se.), dove venivano immagazzinate le merci ed effettuati controlli. Su una colonna del portico è tuttora incisa la Macia, l’antica unità di misura di lunghezza, che serviva per controllare la regolarità delle compravendite.
Come conseguenza dello sviluppo commerciale, nel ‘300 il piccolo abitato crebbe a dismisura, tanto che furono erette tre successive cinte murarie.

Piazza Duomo di Spilimbergo
Piazza Duomo - Spilimbergo


Piazza Duomo - Spilimbergo - foto 2


Piazza Duomo - Spilimbergo - foto 3

LA TORRE ORIENTALE

La Torre Orientale (1304) faceva parte della prima cerchia. Tra i palazzi si può ammirare la Casa Dipinta, affrescata nel XVI secolo con scene della vita di Ercole.

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Torre orientale - Spilimbergo

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La casa dipinta - Spilimbergo

Superata la torre, si aprono il Borgo di Mezzo e il Borgo Nuovo, tagliati a metà dal Corso Roma, asse portante della città storica.


Vie del centro - Spilimbergo

TORRE OCCIDENTALE
Della nuova cinta muraria che proteggeva queste borgate, resta ancora la Torre Occidentale. Lungo questa via le famiglie arricchite edificarono tra il ‘500 e il ‘700 i loro palazzi, in particolare il Palazzo Monaco (XVI secolo).

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Torre Occidentale - Spilimbergo

Di particolare interesse storico e artistico la chiesa di San Giuseppe e Pantaleone (detta dei Frati, XIV sec.) dove è conservato il prezioso Coro Ligneo realizzato nel 1475 dall’intagliatore vicentino Marco Cozzi e la Chiesa di San Giovanni (XIV sec.), sede della confraternita dei Battuti.


Chiesa dei SS. Giuseppe e Pantaleone - Spilimbergo

Il Duomo

Da non perdere il Duomo di Santa Maria Maggiore, uno dei più importanti edifici gotici friulani. All'interno è presente un ciclo di affreschi del Trecento con storie del Vecchio e del Nuovo Testamento. Di grande valore è l'organo del Cinquecento.

IL DUOMO SPILIMBERGO
IL DUOMO SPILIMBERGO

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Veduta laterale Duomo - Spilimbergo

Il 4 ottobre del 1284 venne posata la prima pietra su autorizzazione ad edificare una nuova chiesa dedicata alla Vergine Assunta. Il Duomo è orientato verso Est e, a causa della configurazione del suolo, presenta una particolare disposizione dei volumi, insolita nel territorio friulano. Il materiale di costruzione è piuttosto semplice: vengono, infatti, adoperati mattoni, conci di pietra e ciottoli di fiume e l’edificio è realizzato secondo lo stile gotico, con influenze che provengono dalla tradizione locale e dall’arte romanica.
Esternamente, la facciata, molto sobria nell’insieme, presenta sette rosoni a illuminare i vespri della sera, due dei quali sono stati recentemente riaperti; è, invece, di particolare rilievo la facciata settentrionale, che presenta un monumentale portale in pietra, realizzato da Zenone da Campione nel 1376, con copertura a tre volte e archetti trilobati. All’interno della lunetta è, poi, inserito il bassorilievo dell’Incoronazione della Vergine, mentre nei riquadri sottostanti si possono ammirare: L’Annunciata, L’Angelo annunciante, L’Agnello mistico e San Giovanni Battista; al di sopra del portale sono inseriti gli stemmi in pietra dei nobili casati di Solimbergo, Zuccola e Spilimbergo. Alla sinistra del portale è ancora visibile l’affresco a grandi dimensioni di San Cristoforo. Non mancano elementi decorativi e architettonici lungo il perimetro dell’edificio.

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Interno del Duomo - Spilimbergo

L’interno si presenta a tre navate, di quattro campate ciascuna, separate da archi a sesto acuto; il soffitto è a capriata lignea e il presbiterio è stato rialzato per dar spazio alla cripta sottostante.
La navata sinistra è arricchita da tre altari di stile rinascimentale, il primo tra questi è dedicato a sant’Andrea e contiene la pala del Martirio di sant’Andrea di Joseph Heintz il Giovane (1665); il secondo altare, di san Giovanni Battista, presenta la pala del Battesimo di Cristo e i santi Sebastiano e Lazzaro, realizzata da un pittore locale seicentesco; accanto al pilastro davanti al portale, si trova un’acquasantiera che risale al 1466; l’ultimo altare è quello con il crocefisso. Simmetricamente, la navata destra apre con un affresco che rappresenta la Fuga in Egitto, attribuito al Calderai e datato intorno al 1540; quest’opera è ricca di elementi simbolici come dimostra la presenza di draghi, cervi, tartarughe e unicorni. Successivamente, si trova l’altare di san Francesco, molto semplice nell’insieme, che ospita una tela del 1622 raffigurante San Bernardino in gloria tra i santi Caterina d’Alessandria, Francesco d’Assisi, Lucia, Antonio da Padova e Apollonia.
Proseguendo, è possibile ammirare una singolare opera del Pilacorte: la Cappella della Madonna del Carmine con balaustra, quattro Angeli candelofori e l’arco d’ingresso sulla cui sommità poggia un Cristo passo e ai lati due Angeli. Al termine della navata, è collocata la suggestiva cappella della Madonna del Rosario, al cui interno è posta la Presentazione al tempio di Giovanni Martini, in un contesto rinascimentale; l’opera del Martini è circondata da quindici tondi dei Misteri del Rosario e una lunetta raffigurante Madonna del Rosario e san Domenico, attribuiti al Narvesa (XVII secolo).
La navata centrale si caratterizza per pilastri marmorizzati e arricchiti di piccoli affreschi, tra cui l’affresco della Guarigione del cieco del Cramariis e l’affresco a grandi dimensioni di San Cristoforo, vicino alla cappella della Madonna del Rosario. Dall’alto della navata centrale s’impone il maestoso organo in stile rinascimentale, realizzato nel 1981 da Gustavo e Francesco Zanin di Codroipo, a sostituire l’antico organo cinquecentesco, opera di Bernardino Vicentino per quanto riguarda gli elementi strumentali, di Venturino da Venezia per il cassone e del Pordenone per quanto riguarda la decorazione. Grazie ad un accurato restauro le portelle e il cassone sono state riportate all’originale splendore. Interessante è l’analisi delle due portelle: aperte illustrano la Caduta di Simon Mago e la Conversione di san Paolo, mentre una volta chiuse permettono di ammirare l’Assunzione della Vergine (oggi le tele sono state collocate nella navata sinistra); questa contrapposizione tra caduta e ascesa rimanda alla metafora della salvezza e della perdizione. La scelta delle tematiche non è casuale, aveva riscontri sul piano politico-religioso, infatti, è facilmente deducibile l’avvicinarsi dei Signori di Spilimbergo al luteranesimo e l’ostentazione di temi riconducibili alla Chiesa protestante, che fu motivo di numerose proteste e rivolte da parte della popolazione.
La cappella centrale è molto ricca e presenta il grande ciclo di affreschi che inizia sulla parete di destra con Storie del Vecchio Testamento (14 scene bibliche), dalla Creazione di Eva fino all’episodio di Giuditta ed Eloferne, e termina sulla parete opposta con le Storie del nuovo Testamento (14 scene evangeliche), dall’Adorazione dei Pastori e quella dei Magi fino alla Crocifissione. Gli affreschi oggi appaiono in alcune parti molto logorati a causa della calce che veniva gettata anche sopra gli affreschi nei periodi di epidemie, per disinfestare l’ambiente. Nel 1858 gli affreschi vennero imbiancati e rimasero così nascosti fino il 1929-30, quando vennero scrostate le pareti. La fascia inferiore si presenta, invece, quasi integra; infatti, nel 1584, vennero qui collocati gli stalli lignei del coro (oggi nelle chiesa di san Pantaleone) che coprirono per circa trecentocinquanta anni gli ultimi episodi del Vecchio e del Nuovo Testamento. L’opera pittorica fu realizzata in più momenti e sicuramente da mani diverse, ovvero dagli allievi di Vitale da Bologna, il quale aveva realizzato il ciclo d’affreschi all’interno del Duomo di Udine; gli allievi di Vitale da Bologna vennero dunque chiamati a Spilimbergo per riproporre attraverso i cartoni del maestro le stesse scene presenti a Udine. Le singole scene sono circondate da cornici ornamentali con motivi a carattere profano, come le teste di donna con i capelli sciolti e senza l’aureola. Anche le scene stesse del ciclo sono state motivo di discussione a causa della diversità nella scelta degli episodi trattati dalla normale prassi iconografica trecentesca; infatti mancano le scene del Battesimo e l’Ultima Cena, inoltre il ciclo termina con la Crocifissione, senza accennare al mistero cristiano della Resurrezione. Anche per quanto riguarda le scene bibliche, sulla parete destra, la scelta non è comune: l’Uccisione di Assalonne, il Ritorno di Tobiolo e Susanna al bagno sono episodi insoliti. Alzando lo sguardo, nella volta, è possibile ammirare dentro le vele ciò che rimane degli affreschi degli Evangelisti affiancati dai Dottori della Chiesa.
Nell’abside destra si trova il fonte battesimale realizzato dal Pilacorte nel 1492 e la tela del Battesimo di Cristo. Tra le due finestre dietro l’altare s’innalza la Crocifissione. Come testimonia un’iscrizione su pietra sul lato sinistro della facciata della cappella maggiore, Spilimbergo, e in particolare il Duomo, ospitò l’imperatore Carlo V nell’ottobre del 1532; proprio nel Duomo fu celebrata una messa solenne in suo onore e, al termine della quale, in segno di riconoscimento, lo stesso sovrano nominò diversi cavalieri.
Ai lati della cappella centrale si ha accesso alla cripta sotterranea. La struttura poggia su poderose colonne che sorreggono le volte a crociera.




IL CASTELLO

Il Castello sostenne numerosi assedi nel corso delle guerre medievali tra i signori veneti e friulani, resistendo ai ripetuti assalti dei da Camino.
Non è possibile ricostruire come il Castello apparisse all’epoca, poiché venne distrutto, demolito, ricostruito e ampliato più volte.
Ciò che oggi è visibile del Castello di Spilimbergo, dunque non risale ad un originario edificio, ma ad una serie di modifiche che si sono venute a sommare durante i secoli.
Già danneggiato da un terremoto, il Castello nel 1511 fu incendiato nel corso di una rivolta popolare; l’ala sud non fu più ricostruita, si salvò solo il cosiddetto Palazzo Dipinto. Fu ancora modificato nel 1566; nel 1865 fu demolita la torricella sul ponte e ampliato l’ingresso; furono inoltre effettuati altri cambiamenti (scomparsa del ponte levatoio, delle torri, delle merlature, di terrazze e giardini) che portarono all’attuale configurazione.
Il Castello si presenta oggi come un agglomerato di residenze signorili, disposte ad anello attorno all’ampia corte centrale, ed è circondato per metà da un profondo fossato, mentre per il resto è a picco su di una scarpata del Tagliamento.

Vista da dietro del Castello di Spilimbergo
Vista da dietro del Castello di Spilimbergo

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Entrata al Castello di Spilimbergo

Attraversato il ponte sul fossato, si passa sotto la torre d’accesso e si giunge nel cortile.
A sinistra sorge il Palazzo Tadea (1566), già sede Municipale, fatto erigere da Bernardo e completato da sua moglie Tadea di Spilimbergo nel 1566: presenta al suo interno, al primo piano, un bel salone con stucchi cinquecenteschi.
Adiacente ad esso è il Palazzo Ciriani (ora Furlan), che conserva all’interno un fregio con stucchi di Giovanni da Udine del 1542 circa e resti di affreschi del XVI secolo.
Di seguito, il Palazzo Troilo (XVI secolo), edificato da messer Troilo, in seguito all’incendio del 1511, fu affrescato nel 1544 da Marco Tiussi, con pitture che ben presto si rovinarono; nel 1864, quando il Friuli era sotto l’autorità austriaca, il Palazzo fu affidato al Comune e fino al 1968 fu utilizzato come carcere; oggi si possono ancora vedere 2 celle al pianterreno. Il primo piano è invece adibito ad archivio comunale.

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Castello di Spilimbergo

Più a destra sorge il Palazzo Dipinto, vanto del complesso castellano, l’edificio più importante e di maggior effetto scenico, ricostruito alla fine del Trecento sulle rovine di un edificio preesistente, distrutto dall’ennesimo incendio: ospitò Carlo V nel 1532, Bona Sforza, regina di Polonia, ne, 1566 e anche Enrico III di Francia nel 1574.
La graziosa e affascinante facciata reca affreschi che raffigurano cavalli e palafrenieri, Virtù teologali e Cardinali attribuiti ad Andrea BELLUNELLO (XV secolo), oltre a 2 trifore, una in stile gotico e l’altra in stile rinascimentale (1582); ad abbellirla ulteriormente, non mancano elementi in pietra realizzati dal PILACORTE: 2 balconi triforati e un poggiolo.
Il prolungamento del Palazzo Dipinto è testimone delle precedente presenza di un’altra ala del Castello, che raccordava l’ala est con quella ovest: questa parte però, in seguito all’incendio del 1511 non venne più ricostruita e oggi permette quindi un’ampia e suggestiva vista sul Tagliamento.

Affreschi palazzo Dipinto di Spilimbergo
Affreschi palazzo Dipinto di Spilimbergo

L’angolo sud-ovest è occupato da un edificio la cui antichità è attestata da resti di finestre archiacute e dall’inusitato spessore dei muri perimetrali.
Il complesso si chiude con la grande ala occidentale, costituita da un complesso di edifici del XVI e XVII secolo, di proprietà privata, che chiudono l’anello, permettendo di giungere nuovamente alla torre d’ingresso.
Delle originarie strutture difensive costituenti in un doppio ponte levatoio, in poderose mura di cinta ed in svariate torri, non rimane che qualche pallida traccia.  http://www.comune.spilimbergo.pn.it




LA  CHIESA DI SANTA CECILIA

E’ la Chiesa più antica di Spilimbergo e sorge dietro al Duomo.

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La chiesa di Santa Cecilia a Spilimbergo

IL PALAZZO MUNICIPALE

L’attuale sede del Palazzo Comunale sorge sul punto più alto della cittadina, alla fine della "Valbruna" - suggestivo e caratteristico borgo di impianto medioevale - con splendida vista sul Tagliamento, il Palazzo degli Spilimbergo “di Sopra” ha una notevole valenza storico-artistica; è stato oggetto di un complesso intervento di ripristino strutturale, di consolidamento statico, di adeguamento antisismico e funzionale, nonché di accurato restauro artistico. Al termine di tali opere è stato adibito a Sede Municipale, dal luglio del 2002.

Il Palazzo Comunale di Spilimbergo
Il Palazzo Comunale di Spilimbergo


Vista da dietro del Castello di Spilimbergo




SCUOLA MOSAICISTI

Ma Spilimbergo è conosciuta soprattutto come "città del mosaico": è la capitale dell'arte musiva del Friuli Venezia Giulia, con una scuola che è, nel suo genere, punto di riferimento e sperimentazione unico al mondo. Ospita infatti la Scuola Mosaicisti del Friuli, prestigiosa realtà di fama internazionale, molto rinomata e all'avanguardia sia per quanto riguarda le tecniche di lavorazione sia per i materiali usati.
La  scuola mosaicisti di Spilimbergo ha formato numerosi artisti partiti a conquistare il Nord America, e l’Australia, ove i terrazzai e pavimentisti, creatori si prestigiose opere musive si sono fatti apprezzare.

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Mosaico dello stemma di Spilimbergo





CULTURA

Assai vivace è l’attività della Biblioteca intitolata al concittadino Bernardino Partenio che nel 1538 fondò l’accademia “Parteniana”; quella culturale  ha la sua punta di diamante nella celebre corale “Gottardo Tomat” che esegue repertori classici apprezzati in tutta Europa.
Altra associazione culturale di importanza nazionale è il CRAF- "Progetto Fotografia” si contestualizza in ambito spilimberghese in seno all’ISES (Istituto per lo Sviluppo economico dello Spilimberghese). Costituitosi il 10 giugno 1987, l’ISES, congiuntamente all’amministrazione comunale di allora, stimolò la valorizzazione del patrimonio culturale esistente come elemento propulsivo per il recupero di una forte identità locale, servendosi della “fortunata” eredità artistica del Gruppo friulano per una Nuova Fotografia (GFNF), sorto a Spilimbergo negli anni Cinquanta, e composto da Aldo Beltrame, Carlo Bevilacqua, Gianni e Giuliano Borghesan, Toni del Tin, Fulvio Roiter e Italo Zannier. Il GFNF, istituito nei primi mesi del 1955, pubblicò il 1 dicembre dello stesso anno il primo e unico manifesto di fotografia neorealista in Italia. Negli anni successivi si aggiunsero alla compagine Nino Migliori, Luciano Ferri, Gianni Berengo Gardin e Bepi Bruno. L’esperienza neorealista del GFNF attivò l’avventura pionieristica di "Friuli Fotografia", che dal 1989 divenne "Spilimbergo Fotografia", designazione poi identificativa della rassegna leader del CRAF. Nel corso dei primi anni di attività, tra il 1987 e il 1993, numerosi convegni, workshop, corsi post diploma contribuirono a consolidare la liaison Spilimbergo – Fotografia e realizzarvi un vero e proprio laboratorio d’arte. La volontà e l’obiettivo più alto stava nel ricreare a Spilimbergo una "Arles italiana", ovvero un luogo deputato per eccellenza alla fotografia, destinato a divenire punto d’incontro, ricorrenza annuale per fotografi e operatori del settore sulla falsariga di quanto ancor oggi avviene nella più celebre città provenzale. Il 13 luglio 1993 fu ufficialmente costituito il CRAF e riconosciuto dalla Regione Friuli-Venezia Giulia quale archivio fotografico e centro di documentazione. L’acronimo C.R.A.F. (Centro Ricerca e Archiviazione della Fotografia) discende da una lettera inviata nel 1987 dal fotografo Italo Zannier all'allora sindaco di Spilimbergo Vincenzo Capalozza. Nella lettera Zannier forgiava questa precisa denominazione, attribuendo con preveggenza un “tema regionale” al Centro, e configurandolo come organismo dedicato alla ricerca, riproduzione, studio, catalogazione, archiviazione del patrimonio fotografico del territorio. Già allora si ipotizzava la creazione di una biblioteca specializzata che potesse provvedere alla raccolta di pubblicistica fotografica, storica e contemporanea. Ad oggi, il CRAF attende l’iter procedurale di legge che riconosca al Centro di Spilimbergo il marchio Doc della fotografia, e altresì lo investa di un ruolo coordinatore tra le istituzioni locali ad essa dedicate, in virtù dell’esperienza e della sua presenza instancabile nella tutela del patrimonio fotografico e nella sua più compiuta valorizzazione. La compagine sociale del CRAF comprende attualmente le Province di Pordenone e Udine, i Comuni di Spilimbergo, Pordenone, Sequals, Maniago, S. Vito al Tagliamento, Lignano Sabbiadoro, Udine, la Comunità montana del Friuli occidentale, il Consorzio universitario di Pordenone, le Università di Udine e Trieste, la F.lli Alinari di Firenze, la LABA s.r.l. (Libera Accademia di Belle Arti). A partire dall’ottobre 2010 il CRAF dispone di due sedi operative: Palazzo Tadea a Spilimbergo e Villa Ciani a Lestans. Palazzo Tadea, che ospita la fototeca, gli uffici amministrativi e di rappresentanza del CRAF, si trova nell’ala settentrionale del Castello di Spilimbergo. Dopo i danni subiti dall’edificio rinascimentale durante i terremoti del 1976, l’Amministrazione comunale ha eseguito lavori di restauro e adeguamento funzionale per qualificare la struttura come “Casa della Cultura”. Il Palazzo ospita l’Ufficio Cultura del Comune e la Fondazione Ado Furlan. Il piano nobile, il cui salone centrale è intitolato al direttore di coro Giorgio Kirschner (1923 - 2002) che fu operativo anche a Spilimbergo, ha in dotazione un prezioso pianoforte Fazioli di inizio XIX secolo, recentemente restaurato. Presso Villa Ciani di Lestans hanno invece sede l'ufficio stampa,la biblioteca specializzata e il polo formativo con aule attrezzate per lo svolgimento di corsi specialistici.

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Borgo Valbruna

Manifestazioni:

Ogni anno, in luglio, la cittadina di Spilimbergo è animata da Folkest, il più grande festival folk del Sud Europa, che si svolge in tutta la regione, in Veneto e in Istria, ma che si conclude con tre intensi giorni di musica proprio a Spilimbergo. http://www.folkest.com

Ogni anno in agosto ritorna la tradizionale Rievocazione Storica della Macia,  la tradizionale manifestazione che prende il nome dall’antica misura di lunghezza per stoffe, la Macia appunto, attestata in zona nel 1438. Lungo il centro storico della città del mosaico antiche taverne, botteghe artigiane, accampamenti di armigeri, cantastorie, mangiafuoco, dame, nobili e cavalieri hanno permesso ai visitatori di fare un salto indietro nel tempo. http://prospilimbergo.org

Piatto del borgo:
 Cais cu la polenta: lumache con polenta – secondo la ricetta di  Germana Mareschi

 Baccalà mantecato: è’ possibile gustare questo piatto la Trattoria “Al Bachero” di Spilimbergo e presso la trattoria “Agli amici” di Istrago.

 Pane e zucchero: con pane raffermo, burro, 1 bicchiere di vino rosso e un cucchiaio di zucchero-ricetta della Pro Spilimbergo


Attività
Area camper


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